Interrogazione nr. d'ordine 441
Gianfranco Bettin
Tipo di risposta richiesto: scritta
premesso
che per la prima da molti anni nel parco di San Giuliano a Mestre sono da tempo in secca le due zone umide (i “laghetti”) previste dal progetto originario dell’arch. Di Mambro e quindi realizzate all’interno, denominate “Lago della anatre”, sorta di laghetto circolare intorno al cosiddetto “tamburello”, e “Lago degli aironi”, ai piedi della “collinetta”;
che le due zone umide, di oltre 17 mila mq complessivi, hanno sempre ospitato decine di specie sia di uccelli, che vi sostavano o nidificavano, sia specie acquatiche;
che dunque rappresentano, fin dall’idea originaria del parco, un elemento prezioso e strategico per la sua tipologia e per la sua qualità generale;
che, anche per questo, nel parco esistono da sempre un sistema di irrigazione, alimentato sia da vasche di accumulo della capienza di 1200 metri cubi sia da un complesso di tubazioni di oltre 18 km lineari complessivi, oltre che un impianto di controllo delle acque e pompe idrauliche presenti proprio nella zona del “tamburello”;
che tale sistema è stato varie volte attivato in passato sia per far fronte ad altre fasi di siccità sia per ossigenare l’acqua ristagnante attraverso “zampilli” appositamente presenti al centro dello spazio acqueo;
che, invece, rispondendo alla lettera di un giovanissimo frequentatore del parco che aveva pubblicamente denunciato lo stato di siccità e di abbandono delle due zone, l’assessore all’Ambiente comunale Massimiliano De Martin ha dichiarato che un sistema di irrigazione non esisterebbe, quindi solo la pioggia rifornirebbe d’acqua i due “laghetti” che sarebbero, anzi, “soltanto delle vasche di laminazione” per contenere l’acqua in caso di piogge in eccesso, al punto che vi sarebbe presente soltanto una canaletta di scolo delle acque verso la vicina laguna (e non un sistema di alimentazione in caso di siccità).
interroga il Sindaco
per sapere
se il sistema di irrigazione sia fuori uso in tutto o in parte o se, per utilizzarlo a contrasto della siccità, siano necessari adattamenti parziali o generali che l’amministrazione comunale, a differenza di quanto avvenuto in passato, non intende o non può realizzare;
se non ritenga di dover compiere, alla luce dello stato drammatico dei due preziosi spazi d’acqua e più in generale di ampie aree del parco, un intervento straordinario di verifica e di eventuale riconfigurazione e riqualificazione dell’intero impianto idraulico;
se non ritenga che queste siano la priorità e l’urgenza oggi, e non insistere su trasformazioni fortemente impattanti e per certi versi snaturanti rispetto al progetto originario e alla realtà del parco fin dalla sua inaugurazione, trasformazioni che lo stanno mutando sempre più da grande spazio verde e da cerniera straordinaria tra acqua e terra, tra città e laguna, in un luogo destinato soprattutto a grandi eventi (non esclusi nel piano originario e nella prassi reale ma non certo nella misura che va prefigurandosi e traducendosi in interventi pesanti);
se non ritenga, come ritiene il sottoscritto, che sia stato un grave errore sopprimere l’ente - l’Istituzione pubblica - che si occupava sistematicamente della cura e della gestione del parco (e degli altri della città), integrandole invece nelle attività ordinarie del Settore Verde, a sua volta trasferito dalla competenza dell’assessorato all’Ambiente a quella dei Lavori pubblici;
se non ritenga, più in generale, di tutelare il parco e l’ecosistema di cui è ormai parte preziosa da questi snaturamenti, a cui rischia di concorrere anche la realizzazione del terminal trasporti previsto in punta San Giuliano, insieme al mantenimento in zona delle attività produttive presenti.