Risposta
per interrogazione nr. d'ordine 873
da Michele Zuin
Buongiorno,
con riferimento all’interrogazione in oggetto si evidenzia che, pur condividendo le premesse e le considerazioni, peraltro ampiamente attuate dall’attuale Amministrazione Comunale anche per tramite di AVM ( come la realizzazione di ciclostalli e piste ciclabili, di bicipark, servizi a chiamata del TPL, della sharing mobility su monopattini e biciclette ecc.) con investimenti diretti anche cospicui, l’eventuale installazione e conseguente utilizzo da parte dei passeggeri di “appositi portabiciclette all’esterno della parte anteriore degli autobus” (peraltro si rende noto che generalmente si usa la parte posteriore per un tema di visibilità e viabilità) determinerebbe una assoluta imprevedibilità nei tempi di percorrenza delle linee TPL urbane ed extraurbane tale da generare extra costi per l’Amministrazione non preventivabili.
Tutto ciò oltre a rischiare un generalizzato forte ritardo negli orari di transito, partenza e arrivo delle singole corse.
Generalmente, tale modalità di trasporto, almeno in Italia, è utilizzata in percorsi extraurbani di media percorrenza lungo tratte scarsamente urbanizzate, tutte caratteristiche non appartenenti al nostro territorio metropolitano e al bacino servito da AVM.
L’uso combinato di ciclabilità e trasporto pubblico è già ampiamente previsto e incentivato lungo la nostra rete urbana, proprio grazie ai numerosi investimenti citati in premessa, come ad esempio l’installazione di numerosi ciclostalli lungo le principali piste ciclabili e in corrispondenza delle fermate TPL.
Si rappresenta, infine, che una sperimentazione era già stata condotta nel 2017 con un collegamento tra Mestre Centro e il Bosco di Mestre con esito del tutto negativo.
Cordiali saluti.