Interrogazione nr. d'ordine 113

Premesso che:
• Accoglienza, protezione e tutela, nonché sostegno all’integrazione socio-economica per i soggetti richiedenti protezione umanitaria sono sempre stati valori fondamentali per la città di Venezia;
• Il Comune di Venezia è stato uno dei fondatori dello SPRAR (tutela accoglienza e integrazione delle persone che hanno chiesto e ricevuto protezione internazionale) a fine anni Novanta, poi SIPROIMI e ora SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione);
• Il Comune di Venezia è sempre stato una voce privilegiata negli incontri di definizione delle linee progettuali a Roma ed è stato stimolatore e capofila della partecipazione anche di altri Comuni;
• Il Comune di Venezia per circa 20 anni ha gestito tra i 77 e i 100 posti dello SPRAR oggi SAI, senza soluzione di continuità, distribuendoli in maniera opportuna tra la terraferma e la città storica.

Considerato che:
• Il Bando rivolto ai posti d’accoglienza per la parte relativa alla città storica è andato deserto (gara n. 50/2020 - seci.spra.004 - pf 20002 - appalto per l’affidamento del servizio di accoglienza per n. 77 beneficiari adulti progetto siproimi ordinari dal 01/01/2021 al 31/12/2022);
• Ciò si traduce nella perdita di 33 posti, di cui 11 rivolti alle richiedenti asilo donne;
• A Venezia, dai primi anni 2000 l’Ente assegnatario (una IPAB) ha destinato 40 posti prima, ora 33, all’accoglienza, nelle sedi di Castello (molto vicino a San Pietro), San Polo e a San Stae;
• Quando non ci sono concorrenti per un lotto si può ri-bandire, tenendo conto dell’ammontare dell’importo di gara e quindi del limite posto dal codice dei contratti, e contestualmente si concede una proroga all’Ente gestore “in carica” per consentire di ultimare la seconda gara.

Visto che:
• C’è una perdita secca, concreta e immediata di finanziamenti per il Comune da parte del Ministero nel caso non si attivasse il servizio (circa 905.000 complessivi divisi in due anni, a cui si aggiunge una quota percentuale che restava al Comune per spese interne), quindi le entrate messe nel bilancio in discussione 2021 e 2022 dovranno essere decurtate;
• La non attivazione del servizio è un danno occupazionale per gli operatori del servizio stesso e non solo perché, nel loro piccolo, i 33 posti riservati ai richiedenti asilo attivavano diversi fornitori del territorio per garantire il servizio stesso;
• Nel corso degli anni alcune spese di adeguamento e manutenzione di immobili si sono potute fare anche per la disponibilità di fondi dello Stato, tramite SPRAR (oggi SAI), debitamente rendicontate per queste finalità. Quindi lo SPRAR ha avuto anche una funzione di buona conservazione di immobili a Venezia di una IPAB;
• Il sistema centrale SAI (Ministero- Anci) sostiene con forza l’iniziativa degli Enti Locali sul tema.

Si interroga la Giunta per sapere:

• perché non si è deciso, ad oggi, né di prorogare né di fare un nuovo bando, non sussistendo ostacoli tecnici alla procedura;
• quale sarà la destinazione degli ospiti e di chi oggi lavora nel Centro Darsena;
• come l’amministrazione comunale ritenga di sviluppare il Sistema di Accoglienza e Integrazione, a cui da sempre Venezia aderisce, contro ogni discriminazione e forma di abbandono.