Mozione nr. d'ordine 607
Maika Canton
Premesso che:
Il Parlamento Italiano, il 16 marzo 2004, ha approvato la legge n. 92 che istituisce, in occasione del 10 febbraio di ogni anno, il “Giorno del Ricordo” per conservare e rinnovare la memoria della tragedia delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Tra il 1943 ed il 1947 sono stati assassinati ed infoibati, dal regime comunista jugoslavo, oltre 12.000 italiani perché considerati “etnodiversi” e quindi “indesiderabili”, come definiti nel manuale della pulizia etnica dell’ex ministro del dittatore Tito, Vasa Cubrilovic.
Rilevato che:
dopo una dura “pulizia etnica”, ha fatto seguito anche una sistematica “pulizia storiografica e linguistica” ancora assolutamente attuale; sfuggiti al comunismo jugoslavo, gli esuli ne incontrarono un altro, non meno ostile. Allora era evidentemente molto diversa la sensibilità nei confronti dei migranti, che, occorre sottolineare, in questo caso erano tutti profughi italiani.
I militanti del PCI accolsero, infatti, gli istriani non come fratelli da aiutare, bensì come avversari da combattere.
Ancora, Venezia, ad esempio, i portuali si rifiutarono di scaricare i bagagli degli esuli imbarcati a Pola e stipati a migliaia nel piroscafo “Toscana”, fuggiti da quello che ritenevano essere il paradiso proletario del compagno Tito. Nessuna considerazione, persino per chi aveva combattuto nella Resistenza jugoslava con il Battaglione “Budicin”. Il grido di benvenuto era uno solo: «Fascisti, via di qui!». Gli esuli (tra cui donne, anziani e bambini) sbarcarono in un’occasione ad Ancona protetti dalla polizia, tra fischi, urla e insulti. La loro tradotta, diretta verso il settentrione, doveva sostare a Bologna per ricevere un pasto caldo preparato dalla Pontificia Opera d’Assistenza. Era martedì 18 febbraio 1947, un giorno di freddo e di neve. Ma il sindacato comunista dei ferrovieri annunciò che, se il treno degli esuli si fosse fermato in stazione, sarebbe stato proclamato lo sciopero generale. Il convoglio fu costretto a proseguire. E il latte caldo destinato ai bambini venne versato sui binari.
Ritenuto che:
è doveroso ricordare gli italiani morti nelle foibe e far conoscere a tutti, soprattutto alle nuove generazioni, quali e quanti massacri sono stati compiuti sul confine orientale.
E’ dovere delle Istituzioni, per il tramite di iniziative appropriate, farsi promotrici di un’azione di riscoperta, conservazione e divulgazione della memoria storica della persecuzione, dell’esodo e del genocidio degli italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia.
Ancora oggi il dramma di questi italiani non trova adeguato riscontro nei libri di testo, nei programmi scolastici e nelle iniziative didattiche delle scuole e delle università.
Dato atto che:
destano preoccupazione i continui atti vandalici e intimidatori, spesso riconducibili alla galassia antagonista e a formazioni di estrema sinistra, compiuti a sfregio della memoria dei martiri delle foibe; in rete e sui social network non mancano le minacce e le offese negazioniste di una minoranza irriducibilmente orfana del dittatore comunista Tito.
Si pensi all’episodio del giovane regista argentino, Maximiliano Hernando Bruno, che per la sola colpa di aver raccontato la tragedia di Norma Cossetto con il suo film “Rosso Istria” ha subito minacce e viene tuttora additato come «fascista», oppure al cantautore Simone Cristicchi, che si è visto stroncare la carriera dopo aver propagandato il “revisionismo storico” con Magazzino 18, una toccante rappresentazione teatrale dell’esodo dopo settant’anni di censura politica e oblio.
Considerato che:
dopo la Slovenia (2004), anche la Croazia, un’altra delle repubbliche che costituivano la Jugoslavia, è entrata a far parte dell’Unione Europea come 28° Stato membro (2013).
Con l’allargamento dell’Unione Europea a più Nazioni, le guerre fratricide, gli odi, i traumi e i rancori storici devono essere progressivamente superati. Appartenere all’Unione Europea significa far parte di una comunità più ampia, sovranazionale, all’interno della quale ogni Stato membro deve conservare la propria cultura, le proprie tradizioni, la propria identità nazionale, ma deve anche abbracciare quei valori e quei principi universali che sono alla base della pacifica convivenza tra i popoli, affrontando tutte le questioni necessarie alla pacificazione stessa.
In Italia risiedono migliaia di famiglie discendenti da esuli istriani, fiumani e dalmati.
Richiamata:
la legge 16 giugno 2016, n. 115, con la quale si attribuisce rilevanza penale alle affermazioni negazioniste della Shoah, dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, la Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa (2019/2819(RSP)), articolo 3, che riporta testualmente: “[il Parlamento Europeo] ricorda che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell’umanità, e rammenta l’orrendo crimine dell’Olocausto perpetrato dal regime nazista; condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari”.
Tutto quanto premesso,
IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA LA GIUNTA A:
- sostenere nelle modalità che si riterranno più opportune le celebrazioni del Giorno del Ricordo, nello specifico fra i giovani, promuovendo iniziative che accrescano la consapevolezza della storia della nostra Patria e contribuiscano alla formazione di una coscienza civile condivisa;
- sospendere ogni tipo di contributo finanziario e di qualsiasi altra natura a beneficio di soggetti pubblici e privati che, direttamente o indirettamente, con qualunque mezzo e in qualunque modo, concorrano a diffondere tesi riduzioniste, giustificazioniste e/o negazioniste sulle drammatiche vicende delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, sminuendone la portata e negando la valenza storica e politica di queste enormi tragedie;
- promuovere iniziative economiche e culturali a tutela della minoranza italiana nell’ex Jugoslavia e a rendere effettivo il diritto delle famiglie dei “desaparecidos” italiani di conoscere la sorte dei propri cari ed il luogo in cui giacciono le loro spoglie;
- condannare senza indugi ogni forma di propaganda, negazionismo o riduzionismo dei crimini contro l’umanità commessi da regimi totalitari di ieri e di oggi, a prescindere dal colore politico.
Enrico Gavagnin
Silvia Peruzzo Meggetto
Francesco Zingarlini