Mozione nr. d'ordine 97
Cecilia Tonon
Premesso che
Gran parte degli studenti veneziani in questo periodo di emergenza è costretta a fare didattica a distanza, senza previsioni certe di quando si potrà tornare alla didattica in presenza;
Le lezioni a distanza si svolgono prevalentemente sulla piattaforma “Meet”, applicazione distribuita da Google;
Nella mattinata del 14 dicembre, come diffuso anche dai mezzi di stampa, l’intero sistema di Google ha subito un guasto che ha coinvolto anche la suddetta piattaforma, lasciando al buio studenti e docenti soprattutto delle scuole superiori;
Considerato che
L’utilizzo della piattaforma di Google, al di là del malfunzionamento citato, presenta ulteriori profili di criticità, quali, a titolo esemplificativo, la quantità di informazioni e dati sensibili sui dispositivi utilizzati da ragazzi e genitori, ceduti a Google con l'attivazione dell'account - di solito con il dominio edu.it - creato dagli istituti, necessario per accedere alle videocall e ad altre applicazioni utili alla DAD, quali, citando lo stesso Google: “nome, password, numero di telefono, dati di pagamento, vari contenuti che vengono creati o che si ricevono da altri (email, foto, video, documenti, fogli di lavoro, commenti a pagine visitate, applicazioni installate, termini cercati, interazioni con persone e contenuti, informazioni vocali, acquisti, attività sui siti e su altre app, informazioni sulla posizione e su ciò che si trova nelle vicinanze del dispositivo)”;
La stessa società Google ammette che potrebbe anche raccogliere informazioni sull'utente “da partner di fiducia, compresi partner di marketing”;
Non risulta pienamente chiaro e trasparente come Google utilizzi e protegga i dati di cui è in possesso relativi agli studenti delle scuole italiane che utilizzano “G Suite”, tra cui anche di bambini molto piccoli; sul punto Google rimane vago ed ammette che in alcuni casi particolari i dati potrebbero essere ceduti;
Atteso che
Di fronte a una multinazionale, è del tutto evidente che gli accordi e i contratti che possono esser sottoscritti dai singoli stati non possono che risultare capestro;
Il Garante Privacy ha recentemente sottolineato alla ministra dell’Istruzione, nel corso di un’audizione sulla didattica a distanza davanti alla Commissione bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza, come sarebbe meglio preferire il registro elettronico alle piattaforme americane e cinesi o “di una multinazionale di cui non si sa nulla” e di cui non sia chiaro il livello di protezione dei dati;
E' assolutamente condivisibile l'opinione del Garante Privacy per cui è necessario che l'Italia si doti di una piattaforma pubblica di gestione dati;
Non risulta, al momento, che il Ministero dell’Istruzione si sia attivato in tal senso, progettando, ad esempio, piattaforme open source e made in Italy in alternativa a quelle di Google o di Microsoft;
Considerato, altresì, che
A Venezia opera Venis - VENezia Informatica e Sistemi - SpA, società in-house per l’Informatica e le Telecomunicazioni già determinante nella realizzazione di piattaforme informatiche strategiche nonché vincitrice del “Premio PA sostenibile e resiliente 2020”, bandito da Forum Pa-Restart Italia in collaborazione con ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), per aver realizzato uno dei sette migliori progetti che “guardano al futuro per trasformare le crisi in opportunità";
Tutto ciò premesso e considerato,
Il Consiglio Comunale di Venezia si impegna
ed invita il Sindaco e la Giunta
Ad assegnare alla società Venis SpA lo sviluppo o l'individuazione di una piattaforma integrata per la didattica a distanza ad uso delle scuole veneziane e di altre realtà che vorranno utilizzarla. Tale piattaforma dovrà essere basata su software libero, con sorgente pubblicamente verificabile, per assicurare un effettivo controllo collettivo tanto sul funzionamento della piattaforma didattica quanto sulla privacy e sulla sicurezza dei dati;
A ricercare ed individuare nel bilancio, o in successive variazioni, le eventuali risorse necessarie.