Mozione nr. d'ordine 93
Monica Sambo
PREMESSO CHE
- la pratica di sottoporre ad analisi di genere i bilanci pubblici è adottata in molti paesi del mondo a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso;
- l'importanza del bilancio di genere è riconosciuta a livello internazionale a partire dagli anni Novanta del secolo scorso (1995, Pechino, IV conferenza internazionale delle Donne; 2003, Parlamento Europeo, approvazione del “Rapporto sul gender budgeting, la costruzione dei bilanci pubblici secondo la prospettiva di genere”; 2006, XXIII Assemblea degli Stati Generali del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa (CCRE), approvazione della "Carta Europea dell'uguaglianza di donne e uomini nella vita locale e regionale" in cui all'art. 5 si prevede che gli Enti locali sottoscrittori redigano il bilancio di genere);
- in Italia il bilancio di genere viene trattato a livello legislativo a partire dagli inizi del 2000 (2006, Road Map per le Pari Opportunità, nelle strategie di programmazione 2007/2013 si indica il bilancio di genere come strumento per migliorare la governance sulla parità tra i generi; 2008, Finanziaria, previsione di una logica di impatto di genere nell'analisi della distribuzione delle risorse; 2007-2009, Convenzione Ministero Diritti e Pari Opportunità ed ISFOL, previsione del Bilancio di genere come prassi a tutti i livelli legislativi nelle programmazioni finanziarie ed economiche; D.L. n. 150/2009 - poi 183/2010 collegato al lavoro di attuazione della L. 15/09 - indicazione del bilancio di genere come uno dei documenti che le amministrazioni devono produrre entro il 30 giugno di ogni anno contestualmente alla Relazione sulla performance, art. 10 comma 1 lett. b e art. 8; 2011, Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il funzionamento dei Comitati Unici di Garanzia – CUG - con riferimento al bilancio di genere; L.39/2011, modifica della legge di contabilità e finanza pubblica, previsione dell'introduzione di bilancio di genere);
CONSIDERATO CHE
- Il bilancio di genere consiste nella valutazione dell'impatto delle politiche di bilancio sul genere, attraverso l'individuazione di aree sensibili al genere, al fine di promuovere l'uguaglianza di opportunità tra uomini e donne;
- Il bilancio di genere prevede che all’interno dei programmi, delle azioni, e delle politiche di bilancio, le entrate e le uscite siano valutate e ristrutturate in modo da prendere in considerazione le priorità e le necessità delle donne, allo stesso modo che quelle degli uomini con l’obiettivo finale di realizzare una parità effettiva.
-Il bilancio di genere è lo strumento per raggiungere più efficacemente i seguenti obiettivi:
a) una maggiore efficienza della spesa pubblica;
b) la promozione della prospettiva di genere in tutte le politiche;
c) la partecipazione delle donne nel processo decisionale;
d) l'integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche (mainstreaming);
e) la previsione di politiche di bilancio eque ed equilibrate volte a ridurre le diseguaglianze e a promuovere le pari opportunità;
f) la promozione della trasparenza, attraverso una migliore comprensione delle entrate e delle uscite pubbliche da parte dei cittadini e delle cittadine;
g) la diffusione della consapevolezza da parte delle istituzioni delle conseguenze delle loro scelte sulla cittadinanza.
IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
- a realizzare il Bilancio di genere nel Comune di Venezia;
- ad avviare un confronto in VIII e VI commissione in merito alla elaborazione del bilancio di genere.
Gianfranco Bettin
Marco Gasparinetti
Giovanni Andrea Martini
Cecilia Tonon
Alessandro Baglioni
Pier Paolo Baretta
Alberto Fantuzzo
Emanuele Rosteghin
Giuseppe Saccà
Paolo Ticozzi
Emanuela Zanatta
Decaduta
Decaduta ai sensi dell'art. 17 comma 13 del Regolamento del Consiglio comunale
Invio a commissione consiliare
Inviata alla VI Commissione