Mozione nr. d'ordine 28

Logo Luigi Brugnaro Sindaco   Enrico Gavagnin
Nr. d'ordine: 28
Data pubblicazione: 02-11-2020
Proponente: Enrico Gavagnin
Assemblea competente: Consiglio comunale
Oggetto: Conflitto nel Nagorno Karabakh, mozione per un rinnovato ed immediato appello al cessate il fuoco ed a negoziati di pace da parte delle Autorità italiane.
Oggetto: Conflitto nel Nagorno Karabakh, mozione per un rinnovato ed immediato appello al cessate il fuoco ed a negoziati di pace da parte delle Autorità italiane.
 


Premesso che:

- dalla fine di settembre si è riacceso un conflitto armato nel Nagorno Karabakh, che vede coinvolte le popolazioni dell'Armenia e dell'Azerbaijan, provocando tra esse migliaia di vittime

- questa regione del Caucaso, appartenente all’Azerbaijan ma abitata in maggioranza da Armeni, nel 1991, dopo la caduta dell’URSS e della proclamazione di indipendenza dell’Azerbaijan, diede vita ad una autoproclamata Repubblica indipendente, atto a cui l’Azerbaijan reagì cercando di riconquistare la regione, da cui nacque un conflitto che coinvolse anche l’Armenia

- da quel momento, periodicamente, il conflitto si riaccende, fino agli scontri attuali

Considerato che:

- Il Caucaso, in particolare quel territorio, è un'area considerata strategica per la stabilità e la sicurezza del continente europeo, percorsa dai gasdotti e da oleodotti che dai grandi bacini petroliferi del Caspio trasferiscono all’Europa gran parte del petrolio e del gas che alimenta l'economia dei nostri Paesi

- entro la fine del 2020 dovrebbe entrare in funzione il TAP, Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto che attraverso Georgia, Turchia, Grecia e Albania , porterà il gas dal Mar Caspio all'Italia

- quello scacchiere strategico è terreno di intervento di attori esterni quali Turchia, Russia, Iran

Appreso da fonti giornalistiche qualificate in analisi geopolitiche che:

- si sono susseguiti già incontri diplomatici negli USA ed in Russia, ove i diplomatici azeri hanno accusato gli avversari di aver preso di mira le regioni di Terter, Agdam e Agjabedi in Azerbaijan, mentre i diplomatici del Nagorno-Karabakh hanno accusato la controparte azera di aver colpito diversi villaggi nella regione di Martuni con razzi e colpi di artiglieria

- il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che, stando alle informazioni in suo possesso il conflitto ha fatto 5 mila vittime nelle prime quattro settimane di combattimenti; ha ribadito che Mosca è impegnata per negoziare una tregua duratura; ha espresso la speranza che gli Stati Uniti lavorino in modo cooperativo per porre fine alle ostilità e mediare una soluzione politica

- secondo le notizie del ministero degli Affari Esteri russo, il 31 ottobre il primo ministro armeno Pashinyan ha lanciato un appello alla Russia per avviare le consultazioni per aiutare l'Armenia a garantire la sicurezza ed a questo proposito, il Ministero degli Affari Esteri russo ha dichiarato che "se il conflitto nel Nagorno Karabakh colpisce direttamente l'Armenia, la Russia fornirà all'Armenia tutta l'assistenza necessaria"

Considerato che:

- Il Ministero degli affari Esteri italiano, con una nota del 19 ottobre us ha espresso cordoglio per le vittime, unendosi agli appelli del segretario dell'ONU per porre fine al conflitto

Evidenziato che:

- per tutte queste ragioni quel che accade in Nagorno-Karabakh non può essere ridotto ad un piccolo e breve conflitto etnico locale

- quelle popolazioni hanno diritto ad una vita pacifica, lontana dagli orrori della guerra

- quella guerra riguarda anche l'Italia, per motivi economici, strategici, umanitari, storici e culturali, che deve agire per sedarla prima che sia troppo tardi

- il cessate il fuoco, raggiunto il 10 ottobre, per permettere agli schieramenti di recuperare i propri caduti e consentire lo scambio dei prigionieri è stato violato più volte

- che le dichiarazioni, apprese da fonti aperte, da parte della diplomazia Russa e Turca sono orientate a sostenere fino in fondo i loro Stati alleati, ovvero Armenia ed Azerbaijan, alzando pericolosamente il livello di allerta di uno sviluppo del conflitto

- è necessario che il Gruppo di Minsk, l’OSCE e l'Unione Europea agiscano con determinazione per far tacere le armi e restituire parola alla politica e per una soluzione condivisa che assicuri pace e sicurezza ad una regione troppo martoriata dalla storia

- Venezia è sede di una comunità Cristiana Armena da 800 anni ed è una città conosciuta da sempre nel mondo dell'Islam con il nome arabo di "Al Bunduqiyya", sede millenaria di negoziati diplomatici, "porta dell'Occidente verso Oriente"

Tutto ciò premesso:

Il Consiglio Comunale di Venezia:

- impegna il Sindaco e la Giunta comunale ad avanzare la richiesta al Governo italiano per un fortissimo impegno politico e diplomatico, con un appello rivolto direttamente ai governi delle parti in conflitto per un cessate il fuoco, al fine di farli tornare ad un negoziato di pace all'interno del Gruppo di Minsk, valutando anche Venezia quale sede di operazioni diplomatiche tra le parti.

Enrico Gavagnin


 
Mozione in formato pdf
17-06-2022
Decaduta

Decaduta ai sensi dell'art. 17 comma 13 del Regolamento del Consiglio comunale

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