Mozione nr. d'ordine 586

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Nr. d'ordine: 586
Data pubblicazione: 02-05-2024
Proponente: Gianfranco Bettin
Altri firmatari: Sara Visman, Marco Gasparinetti, Giovanni Andrea Martini, Cecilia Tonon, Giuseppe Saccà
Assemblea competente: Consiglio comunale
Oggetto: Stop all’inceneritore per fanghi di ENI Rewind a Malcontenta, stop ai PFAS.
Oggetto: Stop all’inceneritore per fanghi di ENI Rewind a Malcontenta, stop ai PFAS.
 

Premesso che

ENI Rewind, società del gruppo ENI, in data 10.11.2022 ha presentato alla Regione Veneto istanza per l'autorizzazione alla realizzazione e gestione di un nuovo inceneritore per fanghi nell'area industriale di Porto Marghera, e precisamente nell'isola 46 situata a poche centinaia di metri dall'abitato di Malcontenta;

il progetto prevede due linee di incenerimento finalizzate allo smaltimento massimo di 190.000 ton/anno di fanghi di depurazione civile, provenienti dagli impianti di tutta la Regione Veneto e gestiti dai gestori idrici che aderiscono al Consorzio Viveracqua. Tale quantità rappresenta l'80% dei fanghi di depurazione prodotti nell'ambito dello stesso consorzio;

i fanghi di depurazione civile risultano nella maggior parte dei casi inquinati da sostanze nocive come metalli pesanti, diossine, PCB, idrocarburi, composti clorurati e altro. Tale contaminazione è dovuta al fatto che in molti casi i depuratori civili, oltre ai reflui domestici, ricevono anche reflui provenienti da attività industriali o artigianali impattanti, come ad esempio le concerie;

particolare preoccupazione desta la presenza nei fanghi delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), documentata da indagini di ARPAV, da analisi effettuate dai gestori, e anche da ENI Rewind nella documentazione depositata agli atti. La concentrazione di PFAS risulta particolarmente elevata nei fanghi in uscita dagli impianti situati nella così detta “zona rossa” direttamente interessata dagli sversamenti della fabbrica MITENI. Concentrazioni significative e preoccupanti di PFAS sono state riscontrate, però, anche nei fanghi prodotti da depuratori situati in “zona bianca” come, ad esempio, quello di Fusina gestito da Veritas Spa;

dopo una prolungata fase di consultazione del pubblico, a seguito della quale sono state presentate moltissime osservazioni da parte di comitati, associazioni, cittadini e enti pubblici, il progetto è ora in fase di valutazione di impatto ambientale presso il Comitato Tecnico VIA Regionale. La Conferenza dei Servizi decisoria è stata convocata per il giorno 28 giugno 2024;

il Comune di Venezia sarebbe direttamente coinvolto dagli impatti ambientali generati da questo nuovo impianto, essendo il sito di progetto nel proprio territorio comunale e, infatti, il Comune di Venezia partecipa a pieno titolo alla Conferenza dei Servizi che sarà chiamata a decidere sul rilascio o meno del provvedimento autorizzativo unico regionale (PAUR);

Considerato che

  •  L'inquinamento da PFAS è un problema emergente a livello globale, essendo queste sostanze utilizzate in moltissimi prodotti di largo consumo e conseguentemente presenti nei rifiuti e nei reflui. Le proporzioni del problema non sono ancora chiare, ma gli studi scientifici che negli ultimi anni si stanno susseguendo sono sempre più allarmanti, soprattutto per il fatto che queste molecole sintetiche sono altamente persistenti nell'ambiente, anche per migliaia di anni;
  •  il Veneto è una delle regioni maggiormente contaminate da PFAS anche a causa del disastro ambientale provocato dalla fabbrica MITENI di Trissino (VI) che per anni ha scaricato grandi quantità di reflui con elevate concentrazioni di PFAS, tanto da provocare l'inquinamento di una delle falde acquifere più grandi d'Europa e la contaminazione grave di centinaia di migliaia di persone che abitano nelle province di Vicenza, Padova e Verona;
  •  è comunque certo che i PFAS costituiscono microinquinanti organici, soggetti a bioaccumulo e biomagnificazione (il progressivo aumentare di sostanze tossiche fino a coinvolgere l’intera catena alimentare), con sicuri effetti negativi sulla salute e sull'ambiente. I PFAS sono in grado di produrre un'ampia gamma di effetti nocivi sulla salute a seconda delle circostanze di esposizione (entità, durata e vie di esposizione, ecc.) e dei fattori associati agli individui esposti (ad es. età, sesso, etnia, stato di salute, predisposizione genetica, salubrità generale del contesto ambientale di vita). Il 30 novembre 2023 la International Agency for Research on Cancer (IACR) ha confermato la classificazione del PFOA come sicuramente cancerogeno per l’uomo;
  •  la normativa nazionale ed europea in merito alla definizione di limiti di concentrazione di PFAS per le diverse matrici ambientali e negli alimenti è ancora molto carente e soggetta a continue revisioni; in particolare per quanto riguarda le emissioni gassose non sono ancora stati definiti parametri di riferimento;
  •  l'incenerimento dei PFAS contenuti in fanghi e rifiuti è una tecnica affatto sicura ed efficace, ma al contrario è rischiosa e pericolosa per svariate motivazioni scientifiche riconosciute anche dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), così come riportato nella documentazione prodotta dallo stesso CNR e depositata agli atti del procedimento in corso;
  •  in particolare, nei documenti Task 1, Task 2 e Task 3 redatti dal CNR si legge che:

o Le ricerche sulla degradazione termica dei PFAS sono ancora molto parziali e lacunose soprattutto a causa della numerosità di composti appartenenti a questa famiglia (oltre 10.000 molecole), di cui solo una minima parte sono state studiate. La complessità delle reazioni chimiche che possono generarsi in fase di degradazione termica è estremamente elevata;

o non sono disponibili metodi standard (ufficiali e/o normati) relativamente alla misurazione dei sottoprodotti di degradazione, di generazione di PIC e di caratterizzazione delle emissioni in fase gassosa, ed infine per la successiva determinazione analitica in laboratorio;

o la complessità delle reazioni chimiche è complicata dalla variabilità delle condizioni di esercizio, dalla possibile interazione con altri composti chimici presenti nel materiale da smaltire o che si formano a seguito della combustione del materiale stesso; in particolare dalla possibile interazione con molti composti precursori dei PFAS; nonché dalla formazione di PIC in fase di post-combustione di cui non sono ancora noti la maggior parte dei meccanismi di reazione e gli effetti. Di fatto ad oggi non esiste un metodo (sperimentale o computazionale) in grado di definire con certezza il meccanismo di degradazione dei PFAS e tutti i prodotti e sottoprodotti che vengono a formarsi durante i trattamenti termici di matrici contenenti PFAS;

o molti PFAS degradano a temperature relativamente basse, ma molti altri richiedono temperature superiori a 1000 °C, fino a 1400°c per il CF4, condizioni che non sono garantite dagli inceneritori industriali e nemmeno dall'impianto di progetto (temperatura di esercizio previsto a 900°C);

o molti studi esaminati dal CNR, compresi nella bibliografia scientifica internazionale, dimostrano come il trattamento termico dei PFAS attraverso incenerimento, sia a livello sperimentale che a scala reale, determini l'emissione significativa di PFAS, PIC e VOF (organofluoruri volatili) negli effluenti solidi, liquidi e gassosi post-combustione;

o gli esempi citati, relativi a impianti industriali a scala reale, confermano l'emissione significativa di PFAS negli effluenti post-combustione. Ciò trova conferma anche nello studio “Hidden emission. A story from Nederlands”, a cura di Zero Waste Europe (2019), attraverso il quale si è visto che, adottando un campionamento a lungo termine, si è riscontrata la presenza di PFAS negli effluenti gassosi di un inceneritore BAT (best available tecnology), e soprattutto la presenza di PFAS nei terreni intorno all'impianto anche a distanza di diversi km;

o i risultati delle prove sperimentali, effettuate da ENI Rewind e LabAnalisys S.r.l. in collaborazione con CNR, non offrono alcuna garanzia sulla sostenibilità dell'impianto di progetto, anche perché non vengono forniti dati chiari e completi sulle prove effettuate, e comunque la stessa ENI Rewind ammette criticità importanti (ad esempio, per quanto riguarda il CF4). Si tratta in ogni caso di prove effettuate a scala di laboratorio e non in un impianto pilota, dunque molto distanti da quanto può determinarsi su scala reale industriale. Inoltre, nel set di analisi dei PFAS non sono stati considerati i sottoprodotti della degradazione.

Considerato inoltre che

  •  nel sesto Rapporto dello studio SENTIERI (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento - marzo 2023), elaborato dall'Istituto Superiore di Sanità, si legge che il tasso standardizzato di mortalità prematura per malattie croniche mostra, rispetto al riferimento regionale, un aumento di +22% nei maschi e di +19,5% nelle femmine, e ciò anche per la possibile associazione tra fonti di esposizione ambientale ed esiti sanitari di salute;
  •  il rapporto ARPAV sulla qualità dell’aria in Comune di Venezia riferito all'anno 2022 conferma forti criticità per i seguenti inquinanti: NOx, O3, PM 10, PM 2.5, benzo(a)pirene;
  •  preoccupazione per la grave compromissione della situazione ambientale e sanitaria nella zona di Porto Marghera è stata chiaramente espressa anche nella Dichiarazione ufficiale del Relatore Speciale dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, Marcos A. Orellana, a conclusione della visita condotta in Italia dal 30 novembre al 13 dicembre 2021, il cui Report è stato presentato all’assemblea generale ONU a settembre 2022. Nella dichiarazione si legge: “Sono preoccupato per la situazione di Porto Marghera. Si tratta di un enorme complesso industriale che per decenni ha trascurato la protezione ambientale ed ha rilasciato rifiuti contaminanti pericolosi. È essenziale che il governo regionale monitori lo stato di salute dei residenti nella zona intorno a Porto Marghera, e prenda in considerazione le informazioni che riceve in merito all’eccesso di mortalità, ai tumori ed alle malattie cardio-circolatorie che potrebbero essere legate agli alti livelli di inquinamento (…) il piano di bonifica deve essere attuato con urgenza ed in maniera efficace su tutto il sito contaminato;
  •  numerosi medici e pediatri del Comune di Venezia e ISDE Venezia hanno ribadito in modo ufficiale e a più riprese quanto siano gravi gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla popolazione, soprattutto quella infantile, e quanto sia pericoloso incrementare le emissioni nocive con nuovi inceneritori;
  •  l'Istituto Superiore di Sanità, con proprio parere del 14.02.2024 (ISS/DAS 6877), ha espresso numerose critiche in merito alla Valutazione di Impatto Sanitario presentata dal proponente, mettendo in evidenza numerose lacune e sottovalutazioni, soprattutto per quanto riguarda la situazione ambientale di Porto Marghera, la qualità dell'aria, e il problema PFAS;

richiamati

- il “principio di precauzione”, di cui all’art. 191 del Trattato europeo TFUE e agli artt. 3-ter, 301, 304 del D.gs 152/2006, che può essere reclamato qualora non siano conosciuti con certezza i rischi connessi ad un'attività potenzialmente pericolosa, e che impone ai pubblici poteri di attivarsi per prevenire il rischio anticipatamente rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui i danni siano poco conosciuti o solo potenziali;

- la storica risoluzione ONU 48/13 dell’ottobre 2021 che sancisce il diritto di ogni persona a godere di un ambiente pulito, sano e sostenibile;

- l’art. 9 della Costituzione italiana così come modificato dalla Legge costituzionale n. 1/2022 che introduce il seguente comma: «Tutela l'ambiente, la biodiversita' e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali»;

- l'art 32 della Costituzione italiana che sancisce la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività;

- la responsabilità del Sindaco in qualità di autorità sanitaria locale, in forza della Legge n. 833/1978, e dall’art. 50 del D.lgs 267/2000;

tutto ciò premesso

al fine di tutelare la salute pubblica, la pubblica incolumità, e il territorio

il Consiglio Comunale di Venezia delibera

1. di considerare quanto espresso in premessa parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;

2. di esprimere la propria contrarietà al progetto di nuovo inceneritore per fanghi proposto da ENI Rewind a Malcontenta;

3. di impegnare il Sindaco e l'Amministrazione Comunale:

a) ad esprimere in sede di Conferenza dei Servizi decisoria e in sede di Consiglio di Bacino Laguna Venezia, voto contrario al progetto di nuovo inceneritore per fanghi proposto da ENI Rewind a Malcontenta;

b) di chiedere alla Regione Veneto e a tutti gli Enti competenti l’applicazione fattiva del principio di precauzione in tutte le decisioni che prevedono nuove opere e nuovi impianti industriali, in particolare per quanto riguarda la gestione del problema PFAS, vietando dunque l'incenerimento di rifiuti e fanghi che contengono PFAS;

c) di chiedere alla Regione Veneto di attivarsi immediatamente per la messa al bando ai PFAS, a cominciare dal divieto di produzione di PFAS nel territorio regionale e dal divieto di utilizzo di imballaggi alimentari contenenti PFAS.

Gianfranco Bettin

Sara Visman
Marco Gasparinetti
Giovanni Andrea Martini
Cecilia Tonon
Giuseppe Saccà

 
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